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Bonifiche, Legambiente alla Corbelli: più fatti meno parole

Pubblicato | da Redazione

Scoppia la polemica tra Vera Corbelli e Legambiente di Taranto. Il commissario alle bonifiche ha invitato l’associazione ambientalista a vedere il lavoro che sta facendo sul Mar Piccolo. Un’affermazione che Legambiente definisce “paradossale perché l’elenco degli studi commissionati dall’attuale Commissario lo conosciamo, come tutti coloro che a Taranto seguano il tema delle bonifiche, per aver letto sui giornali le sue numerose dichiarazioni al riguardo, e perché, come abbiamo detto alla Commissione parlamentare mercoledì e come gli organi di informazione hanno riportato, siamo convinti che essi Sicuramente accresceranno le nostre conoscenze in campi importanti e finora non sufficientemente indagati e di questo siamo contenti. Questo è quello che abbiamo detto e scritto: forse è lo staff della dottoressa Corbelli che dovrebbe informarla meglio”.

“La dottoressa Corbelli – continua Legambiente – torna, nello suo intervento, a rimarcare la necessità di valutare attentamente le conseguenze sull’ecosistema, i possibili danni che gli interventi di rimozione potrebbero eventualmente arrecare alle specie presenti. Anche in questo caso ci chiediamo a chi si rivolga: non certo a noi che l’esigenza di proteggere l’ecosistema del mar Piccolo non la scopriamo oggi, ma la sosteniamo coi fatti da oltre 10 anni. Proprio dieci anni fa fummo tra coloro che si batterono contro l’ipotesi allora perseguita di quello che, per come si presentava, definimmo un autentico dragaggio selvaggio: se qualcuno riproponesse opzioni simili torneremmo a opporci con forza. Ma non chiedemmo, allora come ora, di non fare nulla; chiedemmo – come chiediamo – di valutare tecniche diverse e scegliere quelle che meglio tengano insieme esigenze di bonifica e di protezione dell’ecosistema. Mettere in contrapposizione queste due necessità non ha alcun senso; la parte di mar Piccolo non compromessa è uno scrigno di bellezza e una grande opportunità per Taranto, ma non la si protegge né valorizza chiudendo gli occhi. Ben venga quindi l’esito degli ulteriori studi, che attendiamo con ansia e interesse, e per i quali vorremmo che il Commissario fornisse perlomeno una data certa per la loro conclusione e l’assicurazione di massima pubblicità e trasparenza mano a mano che gli stessi vengano consegnati: è ancora vivo il ricordo della fatica che costò e del tempo che ci volle per rendere disponibile lo studio di ARPA Puglia del 2014, quello rimasto secretato per mesi e che la dottoressa Corbelli ha ritenuto insufficiente. Quello di Taranto non è un popolo bue: ha diritto di sapere le cose e di saperle in tempo reale”.

In realtà, spiega Legambiente, “quello che abbiamo chiesto alla dottoressa Corbelli è altro e spostare l’attenzione su problemi non posti non serve. La Relazione di ARPA Puglia del 2014 indica con grande chiarezza che “le attuali immissioni di PCB nel I Seno del Mar Piccolo derivanti dai corsi d’acqua superficiali e dai citri, seppure confermate e da interrompere e/o minimizzare, non giustificano le elevate concentrazioni di inquinanti misurate nei sedimenti nell’ambito delle caratterizzazioni e altri studi”. Ciò significa che, ferma l’ovvia necessità di accertare le fonti di attuale inquinamento per poterle eliminare o quantomeno mitigare, la Bonifica è possibile e necessaria e farla non significa affatto buttare soldi dalla finestra. Per questo abbiamo chiesto due cose precise. La prima è che “si comincino a sperimentare, in aree ristrette e sotto un attento monitoraggio, diverse possibili tecniche di bonifica”. Perché sperimentare non significa aver deciso, ma esattamente il contrario: significa avere in mano elementi concreti, oltre agli studi, che aiutino a decidere. Perché le sperimentazioni richiedono i loro tempi, a volte lunghi, che vanno a sommarsi a quelli degli studi e finiscono per differire ulteriormente il momento dell’inizio della bonifica del Mar Piccolo. Perché pensiamo che anche gli studi commissionati dalla dottoressa Corbelli non saranno in grado di definire una univoca modalità di bonifica: daranno certo utili indicazioni, ma alla loro fine, comunque, occorrerà decidere e assumersi la responsabilità di una scelta. O, forse, della necessità di tecniche diverse a seconda della zona in cui andare a intervenire anche in base agli esiti delle sperimentazioni effettuate”.

La seconda è che “si invitino esperti e aziende, non solo italiani ma almeno europei, a misurarsi con l’unicum costituito dal Mar Piccolo. Perché aver messo insieme le “eccellenze pugliesi”, come ha dichiarato il Commissario, va bene ma non basta se vogliamo (e noi lo vogliamo) trasformare davvero Taranto dalla “città della diossina” nella “città della bonifica”, se vogliamo che la rinascita del mar Piccolo diventi attrattiva delle migliori intelligenze ed esperienze, e si trasformi nel volano della rinascita di Taranto. Per questo riteniamo che non si possa restare chiusi in un ambito ristretto: è indispensabile superare gli steccati e guardare oltre il recinto del nostro orticello. Per questo alla dottoressa Corbelli chiediamo come intende facilitare l’avvio e lo svolgimento dell’unica sperimentazione finora annunciata, il progetto “A New Life for Mar Piccolo”, cofinanziato dalla Commissione Europea, coordinato da ENEA e cui partecipano CNR e Comune di Taranto. Si è incontrata con il responsabile, il dottor Perrotta? Che accordi ha preso? Cosa possiamo aspettarci? Le chiediamo poi se ha contattato aziende attive nel settore in Italia e in Europa, oltre quelle che le si sono già presentate. Ha chiesto che mettano in campo per Taranto le loro esperienze, ovviamente adattandole al particolare contesto costituito dal mar Piccolo? Sono disponibili?
Sono queste le domande cui vorremmo rispondesse”.

Legambiente, insomma, chiede al commissario alle bonifiche “fatti e un cambio di passo, e di rotta, anche per il mar Piccolo. Non è accettabile che a distanza di oltre un anno dai primi annunci non sia ancora stato possibile dare inizio alla pulizia e allo sminamento dei fondali, operazione che, confrontata alla complessità della bonifica del mar Piccolo, è una bazzecola, ma che, nello stesso tempo, ne diventa il simbolo, come la copertura dei parchi minerali per l’Ilva di Taranto. Senza un’accelerazione arriveremo alla fine del suo secondo anno di mandato senza che nessuna delle 130 carcasse di auto che giacciono in fondo al mare sia stata recuperata. Siamo disponibili a scommettere e davvero è una scommessa che saremo lieti di perdere. Saremo lieti anche di andare a “vedere” le novità offerte degli studi in corso. Speriamo di non dover attendere troppo: finora abbiamo incontrato il commissario una sola volta. Le inviammo una richiesta di incontro a fine settembre del 2014 e rimase, per mesi, senza esito. Evidentemente non si riferiva a questo l’affermazione dell’altro giorno Stiamo bruciando le tappe.

Al Sindaco di Taranto, al Presidente della Regione Puglia, ai parlamentari ed ai consiglieri regionali di Taranto, che continuano ad osservare sulla bonifica e sui destini del mar Piccolo un comune e imbarazzante silenzio, quasi che il problema non li riguardasse o che, forse, pensino che tocchi ad altri assumere quelle decisioni che spettano in primo luogo ai cittadini ed ai loro rappresentanti, torniamo a chiedere di svegliarsi, di far sentire la propria voce, di assumersi il proprio, ineludibile, pezzo di responsabilità. Le scelte sul futuro di questa città non possono essere lasciate solo ai Commissari. C’è bisogno di un progetto discusso e condiviso e delle scelte conseguenti. Lo abbiamo già detto e continueremo a ripeterlo, senza stancarci né arrenderci. Proprio come non si arrendono i nostri amici: i cavallucci marini di mar Piccolo”.