Skip to main content

,

Taranto, bomba ecologica sotto i parchi minerali Ilva

Pubblicato | da Michele Tursi

Non è solo l’aria di Taranto ad essere avvelenata. Dopo cinquant’anni di siderurgia era prevedibile che anche il sottosuolo avesse subito gravissimi danni. Ora a certificarlo ci sono dati e studi. Elementi che Peacelink ha reso noti denunciando il disastro ambientale della falda profonda. Un’autentica “miniera di sostanze cancerogene e neurotossiche” portata alla luce dai recenti carotaggi nell’area di stoccaggio Ilva. Sotto i parchi minerali c’è di tutto: dal mercurio al piombo, dall’arsenico al temibile cromo esavalente (quello della fabbrica del film Erin Brockovic).

Tutto certificato da Arpa Puglia con un Piano di Caratterizzazione integrativo dell’Area “Parchi Primari” e “Parco Loppa” approvato con prescrizioni nella Conferenza di Servizi decisoria del 18/12/2013. Alessandro Marescotti, Fulvia Gravame e Luciano Manna, hanno spiegato i contorni di questa emergenza che vede la falda profonda contaminata con il piombo. “Questo potrebbe segnare – hanno sottolineato gli ambientalisti – un punto di non ritorno per l’ecosistema di Taranto in quanto la falda profonda è difficilissima da bonificare. Il piombo che è stato rinvenuto nella falda profonda, inoltre, è presente in eccesso nelle urine di molti tarantini che hanno ricevuto a casa negli anni passati i dati di un preoccupante biomonitoraggio”.

Ma in superficie non va meglio. Il rapporto fra falda superficiale, falda profonda e mar Piccolo è molto stretto e delicato. “Non si possono ignorare – spiega il dettagliato dossier di Peacelink – le interconnessioni fra quello che accade sotto l’Ilva, la falda sotto il quartiere Tamburi e le direttrici di deflusso verso il mare”. Una situazione che oltre alla gravità oggettiva costituisce un serio ostacolo ad interventi come la copertura dei parchi minerali per realizzare la quale è prima necessario “caratterizzare i suoli (ossia analizzarli) per verificare la contaminazione. Nessun intervento di edificazione è consentito dalla legge se i suoli contaminati non vengono bonificati”.

Secondo Peacelink, e l’evidenza scientifica lo certifica, “a Taranto è in atto un disastro ambientale ancora più profondo di quello fino a ora conosciuto. E’ un disastro che richiede un intervento urgente, previsto e imposto dalla legge a tutela dell’ambiente e della salute, prima che i veleni penetrino ancora più in profondità, scivolando fino al Mar Piccolo in forma devastante e irreversibile”.

“Porteremo queste carte in Procura – hanno annunciato Marescotti, Gravame e Manna – in quanto chi dovesse aspettare ancora si renderà colpevole dell’aggravamento della contaminazione. Basta con l’inerzia: la contaminazione arriva nelle viscere della terra e nelle viscere degli stessi abitanti. Il fatto che nell’area del parco minerali Ilva siano stati superati i limiti di legge per la contaminazione della falda profonda è un fatto gravissimo che richiede una messa in sicurezza d’emergenza non più rinviabile e a cui l’azienda siderurgica a gestione statale non può sottrarsi, anche perché a chiederglielo è lo stesso Ministero dell’Ambiente che in Conferenza dei Servizi ha diffidato l’Ilva a non sottrarsi alla messa in sicurezza d’emergenza per evitare il protrasi della contaminazione”.

Ecco, infatti, quanto dichiarato dal Ministero dell’Ambiente: “Si tratta di un vero e proprio obbligo di garanzia in virtù del quale non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo con tutte le conseguenze di legge”.

Ecco i veleni presenti nel sottosuolo dell’Ilva. “In particolare nel suolo – scrive Arpa Puglia – sono stati rilevate superamenti per Mercurio, Cadmio, Nichel, Cromo totale, idrocarburi C<12, Idrocarburi C>12, vanadio, pirene, indenopirene, benzo(a)antracene, benzo(a)pirene, benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, benzo(g,h,i)perilene, dibenzo(a,h)antracene, crisene, sommatoria IPA. Nelle acque sotterranee della falda superficiale superamenti per Benzo(k)Fluorantene e Cromo esavalente (10 campioni), Benzo(g,h,i)Perilene e Indenopirene (8 campioni), Benzene (5 campioni), Benzo(b)Fluorantene, Dibenzo(a,h)Antracene, 1,1-Dicloroetilene, e Tetracloroetilene (4 campioni), Para-Xilene e Cromo totale (3 campioni), Etilbenzene, Toluene, Cloruro di vinile e 1,2-Dicloroetano (2 campioni), Antimonio, Cobalto, Mercurio, Piombo e Tricloroetilene (l campione). Per quanto riguarda la falda profonda i superamenti delle CSC (Concentazioni Soglie Contaminazione) sono riconducibili alla presenza dei seguenti parametri: Piombo (41 campioni), Ferro (33 campioni), Manganese (33 campioni), Triclorometano, Alluminio (16 campioni), Tetracloroetilene (14 campioni), Cromo totale e Nichel (4 campioni), Arsenico, Benzo(a)Antracene, Benzo(a)Pirene (3 campioni), Benzo(k)Fluorantene, 1,2-Dicloropropano (2 campioni), Indenopirene, 1,1Dicloroetilene (1 campione). Le più recenti analisi di validazione condotte da ARPA (2014-2015), i cui risultati devono ancora essere trasmessi, hanno rilevato superamenti delle CSC per Arsenico, mercurio, ferro, manganese, cromo totale, selenio, tallio, fluoruri, solfati, dicloropropano, 1,1-dicloroetilene”.

Scarica il dossier https://docs.google.com/document/d/1TiCKSJsoZnCY1JHlw_fLILnbGbP4V1aaw9nxdUP0O6Q/edit#heading=h.qqi4i1azmcye