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Taranto, lite social tra due simboli dell’ambientalismo

Pubblicato | da Michele Tursi

Lite social tra due simboli della lotta ambientalista a Taranto: l’attore Michele Riondino e il professor Alessandro Marescotti. Il primo esponente di punta del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, l’altro fondatore e presidente di Peacelink. Due mondi contigui che in passato si sono incrociati, condividendo ideali e percorsi comuni in difesa ed a sostegno del popolo inquinato.

Due mondi che, poco alla volta, hanno imboccato percorsi divergenti e oggi sono divisi dal ricorso sul dpcm del 29 settembre 2017 sull’Aia Ilva. Peacelink sostiene l’impugnazione dinanzi al tribunale amministrativo di Comune di Taranto e Regione Puglia, ma non condivide i contenuti della bozza di accordo di programma proposta dai due enti al Governo. Riondino e il Comitato liberi e pensanti ritengono, invece, non utile il ricorso e puntano ad un accordo di programma per la chiusura delle fonti inquinanti e la riconversione economica.

Sullo sfondo della lite social si intravedono, però, le tensioni di un clima elettorale già molto teso che avrà pesanti ripercussioni sulla galassia ambientalista tarantina che, ormai, non è più un corpo autonomo ed a sé stante rispetto ai partiti. Le varie “anime” del movimento si sono schierate ed hanno compiuto scelte politiche. Tutte legittime, ovviamente, ma che avranno il loro prezzo. Crisi di crescita o fine di un ciclo? Intanto, nulla sarà più come prima. C’era una volta a Taranto il movimento ambientalista.