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Pericolo amianto nell’Ilva di Taranto. “Non possiamo aspettare fino al 2023”

Pubblicato | da Redazione

“Il prossimo 14 novembre 2017, in occasione dell’incontro al Mise sul piano ambientale presentato da AM InvestCO, chiederemo al governo di modificare l’articolo 13 del Dpcm del 29/09/2017 che prevede lo smaltimento di amianto entro il 23/08/2023. Le 3750 tonnellate di amianto censito ancora da smaltire, oltre alle 1750 tonnellate già smaltite dalla gestione commissariale necessitano di un tavolo tecnico specifico, con i Ministeri competenti, per garantire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e per allontanare dalle fonti di rischio gli stessi lavoratori anche attraverso l’estensione dei benefici previdenziali da esposizione ad amianto per gli stessi dipendenti Ilva”.

E’ questa la richiesta di Giuseppe Romano e Francesco Brigati, rispettivamente segretario generale e componente della segreteria provinciale della Fiom di Taranto inviata ai ministeri dell’Ambiente e della Salute, alla Regione Puglia, all’Arpa e all’Asl ionica. Già il 22 maggio 2017 i metlameccanici della Cgil avevano “denunciato la necessità di istituire un tavolo di confronto per la gestione dell’emergenza amianto in Ilva, con particolare riferimento alla individuazione di eventuali altri materiali contenenti amianto e alla programmazione degli interventi di bonifica. La Regione Puglia a seguito della denuncia della Fiom invitava l’Arpa Puglia e l’ASL di Taranto a effettuare un’ispezione volta all’accertamento della presenza di materiali contenenti amianto, nonché alla valutazione del relativo stato di conservazione e all’esecuzione di campionamenti d’aria per la determinazione della quantità di fibre aerodisperse e la successiva valutazione del rischio sanitario”.

Nonostante siano passati sei mesi dalla nota della Regione Puglia, ad oggi la Fiom Cgil non ha ricevuto alcuna informazione sull’avvio delle attività. Il sindacato rinnova, pertanto, alla Regione la richiesta di conoscere “lo stato di attuazione delle attività richieste ad Arpa Puglia e all’Asl con la nota del 30/05/2017” e sottolinea che “l’amianto rappresenta una grande criticità, sia in riferimento all’esposizione al rischio dei lavoratori sia in riferimento al rischio ambientale, aggravata dall’eventuale presenza di materiale contenente amianto non censito”.

La Fiom, inoltre, “ha più volte richiesto la necessità di conoscere non solo la mappatura ma anche il piano di bonifica, incluso il cronoprogramma, i tipi e lo stato di amianto, i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione per la tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente”.